venerdì, settembre 24, 2004

Raid contro una radio di Mogadiscio compiuto da miliziani agli ordini di un tribunale islamico e di un businessman locale

Comunicato stampa – 23 settembre 2004 – DIFFUSIONE IMMEDIATA

LIBERTA’ DI STAMPA - SOMALIA

Un litigio tra due uomini d’affari è degenerato in un’operazione di rappresaglia contro una radio locale di Mogadiscio da parte di un gruppo di miliziani, il 22 settembre 2004, che ha dato luogo all’arresto di un giornalista e all’aggressione di un impiegato. Anche se dalla fine del mese di agosto nel paese ha iniziato ad operare un parlamento di transizione, il territorio somalo continua a rimanere sotto il controllo delle fazioni armate. In alcuni settori, dopo il crollo dello Stato e molti anni di guerra, la giustizia coranica e i locali businessman, che operano con dinamiche da clan, sopperiscono alle carenze dello Stato. "Siamo scandalizzati dall’evidenza che imperversa nella capitale somala una giustizia che funziona con dinamiche da clan, sostenuta da una milizia asservita", ha dichiarato Reporter senza frontiere. "In attesa della ricostruzione dello Stato, chiediamo alle istanze islamiche, alle bande armate e agli uomini d’affari di non permettere che regni il terrore e di rispettare i giornalisti. Inoltre, chiediamo ai deputati del parlamento di transizione di essere pienamente consapevoli della responsabilità che hanno e di non sprecare l’opportunità che è stata loro offerta per permettere ai Somali di essere finalmente liberi e, di conseguenza, ai giornalisti di non temere questa pseudo giustizia sommaria e arbitraria", continua l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa. Mercoledì 22 settembre, poco dopo le 11, due pick-up dentro i quali si trovavano stivati molti uomini armati, si sono fermati davanti alla sede dell’emittente radiofonica Idaacadda Quriaanka Kariimka (Radio Saint Coran), nel distretto di Towfiq (nord di Mogadiscio). I miliziani, affermando di voler arrestare il direttore della radio per ordine del tribunale islamico distrettuale, hanno brutalizzato le guardie della security che vigilava l’edificio, per poi prendersela con Abdulrahman Abtidon Gabeire, l’unico giornalista presente nei locali a quell’ora. Di fronte al rifiuto opposto dal giornalista, che non accettava di seguirli nella sede del tribunale islamico, i militari lo hanno schiaffeggiato e sparato diversi colpi di arma da fuoco per intimidirlo, poi lo hanno caricato di forza nel loro automezzo. Abdulrahman Abtidon Gabeire ha passato un’ora nel carcere distrettuale prima di essere rilasciato.
Un uomo d’affari della capitale, importatore di una marca di detersivo con la quale riforniva il mercato di Suuq Baiad, si era rivolto al tribunale islamico distrettuale per denunciare un concorrente che aveva acquisito degli spazi pubblicitari su Radio Saint Coran, che diffonde sulle frequenze FM da Mogadiscio, per invitare i consumatori a non comprare il marchio rivale con il pretesto che era "falso". Furibondo, il primo imprenditore ha diffidato Radio Saint Coran dal diffondere la pubblicità, ma la direzione della radio ha rifiutato di obbedire. Il commerciante si è allora rivolto al tribunale islamico che ha fatto eseguire l’ordine dal suo braccio armato.
" Non aspettare di essere privato della libertà di informazione per difenderla ! "

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giovedì, settembre 02, 2004

LIBERTA’ DI STAMPA - BIELORUSSIA

Comunicato stampa – 2 settembre 2004
LIBERTA’ DI STAMPA - BIELORUSSIA

Il ministro dell’Informazione sospende un giornale satirico La pubblicazione del giornale satirico Navinki è stata sospesa, per ordine del ministro dell’Informazione Vladimir Rusakevich, a partire dal 27 agosto 2004, per la durata di tre mesi. Reporter senza frontiere condanna con fermezza questa nuova sospensione della testata satirica, soprattutto in considerazione dell’approssimarsi delle elezioni legislative che si terranno nel prossimo mese di ottobre. "Abbiamo chiesto più volte al ministro dell’Informazione di astenersi dal sospendere i media durante il periodo elettorale. Questa richiesta finora non ha ricevuto nessuna risposta e, a quanto pare, non ha sortito alcun effetto", ha dichiarato Reporter senza frontiere.

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sabato, agosto 28, 2004

Comunicato stampa – 27 agosto 2004
LIBERTA’ DI STAMPA - CUBA

La moglie di Raúl Rivero denuncia "un cambiamento" nel trattamento riservato a suo marito in carcere

Oggi, 27 agosto, Blanca Reyes, moglie del giornalista e poeta Raúl Rivero, raggiunta al telefono da Reporter senza frontiere, ha denunciato un "cambiamento preoccupante" nel trattamento riservato a suo marito dalle autorità carcerarie. "Stanno tentando di umiliarlo per distruggerlo", ha spiegato all’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa e dei giornalisti prigionieri.

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Comunicato stampa – 27 agosto 2004
LIBERTA’ DI STAMPA - IRAQ

Reporter senza frontiere denuncia un nuovo tentativo di intimidazione dei giornalisti da parte della polizia irachena

Reporter senza frontiere denuncia il breve fermo di polizia collettivo, di circa 60 giornalisti, operato dalla polizia irachena il 25 agosto 2004, a Najaf.
Dopo essere stati portati al quartiere generale della polizia, un responsabile ha accusato i giornalisti di non "dire la verità". In una lettera inviata al ministro degli Interni iracheno, Falah Al-Naqib, Reporter senza frontiere ha affermato che "questi comportamenti rappresentano un grave attacco alla libertà di stampa".

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Comunicato stampa – 27agosto 2004
LIBERTA’ DI STAMPA - IRAQ

Reporter senza frontiere esprime tutto il suo orrore dopo l’esecuzione del giornalista italiano Enzo Baldoni

Enzo Baldoni, 56 annni, giornalista freelance per il settimanale indipendente Diario della Settimana, è stato ucciso dai suoi rapitori nella notte tra il 26 e il 27 agosto, secondo quanto riferito dall’emittente televisiva Al-Jazira e dall’Ansa. Anche le autorità italiane hanno confermato e condannato la morte del giornalista.
Reporter senza frontiere esprime tutto il suo dolore per questo barbaro gesto. "Siamo inorriditi per quello che è successo. Esprimiamo tutto il nostro sostegno alla famiglia e ai colleghi di Enzo Baldoni e ci impegniamo a fare il possibile affinché i responsabili di questa ignobile esecuzione siano identificati e assicurati alla giustizia", ha dichiarato l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa. "Ovviamente, questa esecuzione rinnova i nostri timori per la sorte dei due giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot di cui si sono perse le traccie dal 19 agosto scorso. Ma nel loro caso la situazione è completamente diversa. Non è stato rivendicato nessun rapimento e noi continuiamo a pensare che la loro nazionalità sia un atout", ha aggiunto Reporter senza frontiere.
Di Enzo Baldoni si erano perse le traccie il 19 agosto e il suo rapimento è stato rivendicato il 24 agosto da un gruppo che si presentava come l’"Esercito islamico dell’Iraq". I suoi rapitori avevano dato all’Italia 48 ore di tempo per il ritiro delle sue truppe dall’Iraq, aggiungendo che senza il rispetto di queste condizioni non avrebbero potuto garantire la sicurezza del giornalista.
In un messaggio televisivo trasmesso da Rai Uno il 25 agosto, la famiglia di Enzo Baldoni aveva diffuso un appello per chiedere la liberazione del giornalista. Il messaggio, trasmesso anche da Al-Jazira, parlava di un "uomo di pace" e insisteva sul carattere umanitario della presenza di Enzo Baldoni in Iraq. Il giornalista aveva infatti partecipato all’inoltro di medicinali verso Najaf in due convogli della Mezzaluna Rossa e della Croce Rossa italiana.
Il 26 agosto, Reporter senza frontiere aveva rivolto un appello al grande ayatollah Ali Sistani nel quale chiedeva al dignitario sciita di far ricorso alla sua autorità per mettere fine alla drammatica serie di rapimenti che da oltre due settimane accompagna i combattimenti in corso a Najaf e ricordava, ancora una volta, "che i giornalisti sono dei civili e non devono, in nessun caso, essere utilizzati come moneta di scambio o come strumento di pressione".

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LIBERTA’ DI STAMPA - IRAQ

Reporter senza frontiere chiede al grande ayatollah Ali Sistani di agire per la liberazione dei giornalisti rapiti

Reporter senza frontiere chiede al grande ayatollah Ali Sistani di fare tutto quanto è in suo potere, nel contesto della mediazione che ha avviato a Najaf il 26 agosto 2004, per ottenere la liberazione del giornalista Enzo Baldoni, rapito dal gruppo armato "Esercito islamico dell’Iraq".
L'organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa chiede inoltre al grande capo spirituale degli sciiti di agire affinché sia fatta luce anche sulla sorte dei due giornalisti francesi Christian Chesnot e Georges Malbrunot di cui non si hanno più notizie dal 19 agosto scorso. "Chiediamo al grande ayatollah Ali Sistani di usare tutta la sua autorità per mettere fine alla drammatica serie di rapimenti che da oltre due settimane si accompagna ai combattimenti in corso a Najaf. Chiediamo al leader religioso sciita di agire in favore della liberazione del giornalista Enzo Baldoni, poiché l'ultimatum posto dai suoi rapitori scade alle 16 odierne. Inoltre, chiediamo al grande ayatollah Ali Sistani di fare il possibile per ottenere informazioni sulla sorte dei due giornalisti francesi rapiti a qualche ora di distanza dal reporter italiano", ha dichiarato Reporter senza frontiere.
L’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa ricorda, ancora una volta, che "i giornalisti sono osservatori imparziali e messaggeri il cui lavoro, come a Najaf, ha permesso e permette ancora all’informazione di non essere occultata. I giornalisti sono dei civili e non devono essere utilizzati come moneta di scambio o strumento di pressione politica".
Enzo Baldoni, 56 anni, lavora per il settimanale indipendente Diario della Settimana. Il reporter è scomparso il 19 agosto e il suo rapimento è stato rivendicato, il 24 agosto, con una videocassetta diffusa dalla rete satellitare Al-Jazira. I suoi rapitori, che si sono presentati come membri dell’"Esercito islamico dell’Iraq", hanno dato 48 ore all’Italia per ritirare le sue truppe dall’Iraq, senza precisare, in caso contrario, quale sorte avrebbero riservato all’ostaggio nelle loro mani.
I figli di Enzo Baldoni, Gabriella e Guido, hanno diffuso un appello, il 25 agosto per chiedere la liberazione del loro padre con un messaggio trasmesso da Rai Uno. L’appello televisivo, trasmesso in serata anche sugli schermi di Al-Jazira, evocava un "uomo di pace" e insisteva, in particolare, sul carattere umanitario della presenza di Enzo Baldoni in Iraq. Il giornalista effettivamente aveva partecipato all’inoltro di medicinali verso Najaf con due convogli della Mezzaluna Rossa e della Croce Rossa italiana.

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giovedì, agosto 26, 2004

Comunicato stampa – 25 agosto 2004

Giochi Olimpici di Atene

Una nuova medaglia per la Cina: quella della violazione dei diritti umani

A qualche giorno dalla cerimonia di chiusura dei Giochi olimpici di Atene nel corso della quale verrà consegnata al sindaco di Pechino la bandiera olimpica, Reporter senza frontiere conferisce alla Cina popolare una medaglia d’oro supplementare, quella della violazione dei diritti umani.
Nel periodo dei Giochi olimpici, la repressione contro gli oppositori, in particolare contro i giornalisti e i cyberdissidenti, non si è affatto interrotta. La Cina popolare è la più grande prigione del mondo per i professionisti dell’informazione: in questo momento, 27 giornalisti e oltre 60 internauti sono detenuti nelle carceri del paese. Da oltre cinque mesi, il celebre giornalista Cheng Yizhong è prigioniero, senza nemmeno essere stato processato, per aver rivelato un caso sospetto di SARS e la morte sotto tortura di uno studente in un commissariato della città di Canton. Altri due suoi colleghi sono stati condannati a sei e otto anni di carcere per lo stesso reato.
Agli occhi delle autorità cinesi i giornalisti della stampa estera sono considerati individui sospetti e alcune volte, sono stati oggetto di violenze e minacce. Il 7 agosto 2004, dei poliziotti hanno picchiato un fotografo dell’agenzia Associated Press e malmenato il suo collega dell’AFP (Agence France-Presse). I due reporter stavano garantendo la copertura giornalistica dei disordini xenofobi avvenuti dopo la finale della Coppa d’Asia del football a Pechino.Il governo cinese si è inoltre dotato di un nuovo sistema di sorveglianza in tempo reale degli SMS (messaggi scritti inviati da telefono cellulare). Questa nuova tecnologia permetterebbe alle autorità di filtrare i messaggi in relazione ad alcune parole-chiave e di localizzare i mittenti di testi "reazionari". Il ministero della pubblica Sicurezza sorveglia peraltro già ampiamente Internet e disturba l’emissione di alcune radio straniere. Tra quattro anni si apriranno i Giochi olimpici estivi di Pechino. La Cina è ben lontana dal rispetto degli impegni presi, come quello della libera circolazione delle informazioni sottoscritto con il Comitato olimpico internazionale (CIO). Il CIO dovrà fare tutto quanto in è in suo potere per indurre Pechino a rispettare le libertà fondamentali, altrimenti lo spirito olimpico rischierebbe di essere fortemente bistrattato, come in passato a Mosca, quando molti paesi avevano boicottato i Giochi del 1980 e centinaia di dissidenti erano stati arrestati dalla polizia politica.
Dopo aver condotto una campagna contro la candidatura di Pechino, Reporter senza frontiere ha lanciato http://www.boycottpekin2008.org per mobilitare l’opinione pubblica contro la dittatura del Partito comunista cinese.

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Comunicato stampa – 24 agosto 2004

IRAQ - Reporter senza frontiere chiede l’immediata liberazione del giornalista Enzo Baldoni

Reporter senza frontiere chiede l’immediata liberazione del giornalista italiano Enzo Baldoni, 56 anni, collaboratore del settimanale indipendente Diario. Il giornalista è stato rapito da un gruppo armato che dice di chiamarsi "Esercito islamico in Iraq ", secondo un video diffuso dell’emittente satellitare Al-Jazira il 24 agosto.
"Chiediamo ai rapitori di Enzo Baldoni di liberarlo immediatamente. Come tutti i giornalisti, deve essere trattato come un civile e non può essere certo essere considerato parte del conflitto. E’ inammissibile equiparare un giornalista alla politica del governo del suo paese e utilizzare la sua vita come un mezzo di pressione politica", ha dichiarato l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa.
Al-Jazira ha diffuso un video attribuito ai rapitori di Enzo Baldoni che si dichiarano membri dell’"Esercito islamico in Iraq", durante il quale si intravede il giornalista per un breve momento. Si scorge anche il suo passaporto e la sua tessera professionale. Nel video viene diffuso un ultimatum che esige il ritiro dall’Iraq delle truppe italiane entro 48 ore. In Italia il video è stato diffuso da Canale 5.
Enzo Baldoni, in reportage per il settimanale Diario, non aveva più dato sue notizie dal 19 agosto. Il giornalista aveva lasciato Bagdad per Najaf con un convoglio della Croce rossa italiana e un’equipe televisiva di Rai Uno. Arrivato a Najaf il 19 agosto, Enzo Baldoni ha ripreso la strada verso Bagdad insieme allo stesso convoglio. Dopo una fermata a Koufa, il giornalista, sprovvisto di telefono cellulare, ha deciso di lasciare la Croce Rossa e l’equipe di Rai Uno per continuare da solo.
Enzo Baldoni era già stato a Najaf, il 15 agosto, con una missione della Mezzaluna rossa che trasportava acqua e medicinali. Secondo un collega di Rai Uno, Pino Scaccia, il giornalista aveva iniziato questo secondo viaggio con l’obiettivo di intervistare il leader sciita Moqtada Al Sadr.
Gianni Barbacetto, della redazione del settimanale Diario, citato dall'AFP (Agence France presse) aveva annunciato che l’autista e traduttore del giornalista, Ghareeb, sarebbe stato ritrovato cadavere, ma questa informazione non è stata confermata.
Enzo Baldoni, sposato e padre di due figli, ha già realizzato diversi reportage in zone pericolose come la Colombia, il Chiapas, la Birmania o il Timor orientale.

martedì, agosto 24, 2004

Comunicato stampa – 23 agosto 2004

IRAQ

Reporter senza frontiere saluta con sollievo la liberazione di Micah Garen, ma continua a essere preoccupata per la sorte dei tre giornalisti dispersi.

Il giornalista americano Micah Garen e il suo traduttore, Amir Doshe, rapiti il 14 agosto 2004 da un gruppo di combattenti iracheni a Nassirya (sud dell'Iraq), sono stati liberati il 22 agosto. Per contro, non ci sono notizie dei tre giornalisti dispersi, Christian Chesnot, di Radio France Internationale (RFI), Georges Malbrunot, del quotidiano francese Le Figaro, e Enzo Baldoni, del settimanale italiano Diario.
"Apprendiamo con profondo sollievo la liberazione di Micah Garen e ringraziamo tutte le persone che sono intervenute a suo favore, come Moqtada Al Sadr, ha dichiarato Reporter senza frontiere. "Ma continuiamo a essere molto preoccupati per l’assenza di notizie sulla sorte di due giornalisti francesi e di un giornalista italiano. Queste sparizioni rinnovano i timori di rapimenti che in queste ultime settimane non hanno risparmiato i giornalisti che lavorano in Iraq e che evidenziano la mancanza di rispetto della neutralità dei reporter da parte dei diversi attori del conflitto", ha continuato l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa.
Liberato Micah Garen
Micah Garen e Amir Doshe sono stati liberati il 22 agosto, conformemente all’annuncio dato il 21 agosto da un collaboratore vicino a Moqtada Al Sadr, cheikh Raëd al-Kazemi, che aveva affermato all'Agence France-Presse (AFP) di essere sempre in contatto con i rapitori di Micah Garen. " Posso affermare che sarà rilasciato nei prossimi due giorni ", aveva dichiarato allora.
Liberati davanti agli uffici di Moqtada Al Sadr a Nassiriya (sud dell’Iraq), i due uomini sono stati immediatamente condotti presso la sede del governatorato. Il 14 agosto scorso, erano stati rapiti da alcuni sconosciuti mentre si trovavano in un mercato della città.
In un video diffuso il 18 agosto dall’emittente satellitare qatariota Al-Jazira, i loro rapitori avevano preteso che le forze americane si ritirassero da Najaf (centro dell’Iraq), minacciando altrimenti di uccidere gli ostaggi se non fossero state soddisfatte le loro richieste nel giro di 48 ore.
Un collaboratore del leader sciita Moqtada Al Sadr aveva dichiarato, il 20 agosto, di aver parlato con i rapitori di Micah Garen, che gli avevano promesso di liberare il giornalista il giorno stesso, al termine delle preghiere del venerdì. In un video diffuso da Al-Jazira il reporter aveva affermato di " essere prigioniero e trattato bene ".
Al momento del suo rapimento, Micah Garen stava realizzando un film-documentario sulla storia culturale e la preservazione dei siti archeologici nelle zone di conflitto. Il reporter lavorava per l’agenzia da lui fondata, Four corners media, con sede a New York, specializzata in video-reportage, servizi fotografici e articoli per conto dei grandi media americani.

Tre giornalisti dati per dispersi

RFI (Radio France Internationale) e il quotidiano francese Le Figaro si sono dichiarati molto preoccupati per la sorte dei loro rispettivi corrispondenti, Christian Chesnot e Georges Malbrunot, con i quali si sono interrotti i contatti dal 19 agosto. Jean-Louis Validire, vice-caporedattore del servizio-esteri del Figaro, ha dichiarato a Reporter senza frontiere di essere " relativamente preoccupato ", poiché Georges Malbrunot, in Iraq per un reportage dal 9 agosto scorso, non era più raggiungibile da venerdì. Secondo lui, è possibile che i giornalisti abbiano tentato di raggiungere Najaf e che non siano nelle condizioni di poter contattare le rispettive redazioni.
Il reporter italiano Enzo Baldoni, in reportage per il settimanale Diario, non ha più dato notizie dal 19 agosto scorso, dopo aver lasciato Bagdad per raggiungere Najaf con un convoglio della Croce Rossa italiana e un’equipe di Rai Uno. Ma mentre quest’ultimi avevano deciso di tornare indietro a causa della situazione troppo rischiosa, secondo quanto dichiarato dal suo collega di Rai Uno, Pino Scaccia, Enzo Baldoni, sprovvisto di telefono satellitare, avrebbe deciso di continuare da solo il viaggio fino a Najaf per intervistare Moqtada Al Sadr.
Secondo Gianni Barbacetto, della redazione del Diario, intervistato dall'AFP, sarebbe stato trovato il cadavere di Ghareeb, l’autista e traduttore del giornalista disperso, ma questa informazione non ha per il momento trovato conferma. "Se fosse vero, avremmo seri motivi per preoccuparci", ha dichiarato all'AFP Gianni Barbacetto. Per altre informazioni, consultare il sito www.rsf.org

lunedì, agosto 23, 2004

Comunicato stampa – 20 agosto 2004

IRAQ Aggiornamento - Falluja

Il fotografo iracheno free-lance Hossam Ali è stato ucciso a Falluja, il 15 agosto in circostanze ancora non chiarite. Il suo corpo è stato trovato nella moschea dove era stato lasciato anche il cadavere di Mahmoud Hamid Abbas. Al momento, non è ancora stato appurato se anche Hossam Alì sia stato ucciso nello stesso luogo e contemporaneamente al reporter della rete tedesca ZDF. Hossam Ali è stato identificato grazie al badge "stampa" che indossava.
Per altro, anche un terzo giornalista iracheno, il cameraman Issam Al-Shamani, sarebbe scomparso nei pressi di Falluja, il 15 agosto.
Sulla home page del sito www.rsf.org è stata creata la lista aggiornata dei giornalisti e collaboratori dei media uccisi in Iraq dall’inizio della guerra.
Questa nuova pagina, costruita per rispondere alle domande dei media che seguono il conflitto in Iraq, sarà regolarmente aggiornata. Sin da ora, cliccando sul nome di ogni giornalista ucciso, saranno disponibili informazioni più dettagliate.

GIORNALISTI UCCISI IN IRAQ DALL’INIZIO DELLA GUERRA

15.08.2004 - Mahmoud Hamid Abbas, ZDF 15.08.2004 - Hossam Ali, indipendente 03.06.2004 - Sahar Saad Eddine Mouami, Al-Mizan, Al-Khaïma, Al-Hayat Al-Gadida 27.05.2004 - Shinsuke Hashida, indipendente 27.05.2004 - Kotaro Ogawa, indipendente 07.05.2004 - Mounir Bouamrane, TVP 07.05.2004 - Waldemar Milewicz, TVP 19.04.2004 - Assad Kadhim, Al-Iraqiya TV 26.03.2004 - Bourhan Mohammad al-Louhaybi, ABC News 18.03.2004 - Nadia Nasrat, Diyala Television 18.03.2004 - Ali Al-Khatib, Al-Arabiya 18.03.2004 - Ali Abdel Aziz, Al-Arabiya 28.10.2003 - Ahmed Shawkat, Bila Ittijah 17.08.2003 - Mazen Dana, Reuters 02.07.2003 - Ahmad Karim, Kurdistan Satellite TV 08.04.2003 - José Couso, Tele 5 08.04.2003 - Taras Protsyuk, Reuters 08.04.2003 - Tarek Ayoub, Al-Jazira 07.04.2003 - Christian Liebig, Focus 07.04.2003 - Julio Anguita Parrado, El Mundo 04.04.2003 - Michael Kelly, Washington Post 02.04.2003 - Kaveh Golestan, BBC 23.03.2003 - Terry Lloyd, ITV News 22.03.2003 - Paul Moran, Australian Broadcasting Corporation

14 Collaboratori uccisi 19.05.2004 -

Mahmoud Ismail Daoud, guardia del corpo, Al-Sabah al-Jadid 29.05.2004 - Samia Abdeljabar, autista, Al Sabah Al-Jadid 27.05.2004 – Nome sconosciuto, traduttore25.05.2004 – Nome sconosciuto, traduttore 21.05.2004 - Rachid Hamid Wali, assistente cameraman, Al-Jazira 19.04.2004 - Hussein Saleh, autista, Al-Iraquiya TV 26.03.2004 - Omar Hashim Kamal, traduttore, Time 18.03.2004 - Majid Rachid, tecnico, Diyala Television 18.03.2004 - Mohamad Ahmad, agente di sucurezza, Diyala Television 27.01.2004 - Duraid Isa Mohammed, produttore e interprete, CNN 27.01.2004 - Yasser Khatab, autista, CNN 07.07.2003 - Jeremy Little, ingegnere, NBC 06.04.2003 - Kamaran Abdurazaq Muhamed, traduttore, BBC 22.03.2003 - Hussein Othman, interprete, ITV News

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venerdì, agosto 20, 2004

Comunicato stampa – 19 agosto 2004
LIBERTA’ DI STAMPA/PRESS FREEDOM/ LIBERTÉ DE LA PRESSE IRAQ

Reporter senza frontiere chiede a Moqtada Al Sadr di intercedere per la liberazione del giornalista Micah GarenReporter senza frontiere rivolge un appello a Moqtada Al Sadr in cui chiede al leader sciita di intervenire per ottenere la liberazione del giornalista Micah Garen e mettere quindi fine all’odioso ultimatum dei suoi rapitori che minacciano di uccidere il reporter americano. "Sconvolti per le minacce di morte al giornalista, chiediamo a Moqtada Al Sadr di fare tutto quanto è in suo potere per ottenere la liberazione dell’ostaggio americano e del suo traduttore, Amir Doshe, così come aveva fatto il 13 agosto scorso con un intervento che aveva permesso di salvare la vita del giornalista britannico James Brandon", ha dichiarato l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa.

giovedì, agosto 19, 2004

Comunicato stampa – 19 agosto 2004

LIBERTA’ DI STAMPA STATI-UNITI

Reporter senza frontiere si preoccupa per la moltiplicazione di attacchi contro il segreto delle fonti giornalistiche e protesta contro la decisione di applicare un’ammenda per "oltraggio a magistrato", pronunciata il 18 agosto da un giudice federale, come sanzione contro cinque giornalisti che hanno rifiutato di rivelare le loro fonti.
L’applicazione della decisione è stata sospesa in seguito al ricorso in appello presentato dai giornalisti.

mercoledì, agosto 18, 2004

Comunicato stampa – 17 agosto 2004 – DIFFUSIONE IMMEDIATA

LIBERTA’ DI STAMPA/PRESS FREEDOM/ LIBERTÉ DE LA PRESSE ITALIA
Doppia perquisizione su ordine della Procura di Genova: nuova violazione del segreto delle fonti giornalistiche
La redazione del settimanale Gente a Milano e l’abitazione romana del giornalista Gennaro De Stefano sono state perquisite, verso le 9 della mattina del 16 agosto, dalla polizia giudiziaria su ordine della Procura di Genova.
Reporter senza frontiere denuncia questi metodi che rappresentano un attentato alla protezione del segreto delle fonti giornalistiche. "Queste azioni sono contrarie alla giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani. Questa istituzione considera infatti le perquisizioni al domicilio e nelle redazioni giornalistiche contrarie all’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti umani, a meno che non corrispondano a una "imperativa emergenza sociale". Ma poiché le perquisizioni erano finalizzate alla ricerca di dati legati a fatti che risalgono ormai a più di tre anni fa, questa doppia perquisizione non risponde certo a questi criteri, ma rappresenta invece una grave violazione del giornalismo investigativo", ha dichiarato l’organizzazione internazionale per la difesa della libertà di stampa.
La polizia giudiziaria cercava dei documenti relativi all’inchiesta della Procura di Genova sulle violenze commesse in occasione del G8 che si era tenuto nel capoluogo ligure nel luglio del 2001. Il settimanale Gente, che stava lavorando su questo tema, avrebbe presto pubblicato una sua inchiesta su questo argomento, ma i documenti di cui disponeva sono stati messi preventivamente sotto sequestro.
Nel corso della perquisizione, il direttore del settimanale, Umberto Brindani, e il giornalista Gennaro De Stefano, sono stati informati che i loro nomi sono stati iscritti nel registro degli indagati per il reato di "ricettazione e occultamento di documenti".
" Non aspettare di essere privato della libertà di informazione per difenderla ! "

Per altre informazioni consultare il sito www.rsf.org

Contatti:
Reporter senza frontiere (sezione italiana di Reporters sans frontières)
Flora Cappelluti (responsabile dell’ufficio di corrispondenza) - Sala stampa nazionale
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Eccoci tornati con maggiore vigore di prima. Una pausa non voluta che mi ha aiutato a trovare nuovi interessi. Ci sentiamo nuovamente. Restate in ascolto.
Ciao